Inizialmente non volevo partecipare a nessun concorso, ma una cara amica mi ha spronata insistendo per settimane.
Alla domanda “a che scopo mettersi in gioco?” mi disse:
‘Non è un gioco, la vita? Occorre giocare. E’ un confronto dal quale si esce sempre vincitori…Anche se ultimi in graduatoria. Hai visto ciò che gli altri offrono al mondo…Se giocano pulito o sporco…Se hanno sperimentato altre strade che potresti fare tu.’
Io di mio ho notato che il mondo ha bisogno di bellezza. L’esperienza che ho fatto nell’osservare tutti quegli artisti, mi ha dato l’opportunità di modificare l’aspetto energetico dell’uomo e di magari riportare l’arte a una forma più pura.
Io reputo che sia formativo ogni tipo di esperienza perché è un po’ come vedersi da fuori.
I concorsi, in realtà non sono il fine, sono solo il mezzo attraverso il quale molta arte si concentra nello stesso luogo e l’energia di quel luogo si innalza in un modo incredibile.
Nell’aspetto più superficiale…esporre nelle gallerie ti dà, in un certo senso, credibilità agli occhi dell’uomo medio.
Ma nel profondo sei strumento di Dio e con altri cuori partecipi alla diffusione della bellezza…
E si amplia la portata armonica del nostro cuore e si crea guarigione per le città che ci ospitano, per i cuori e le anime che si soffermano ad osservare le creazioni…