Occhi di gufo! Chi vuole avere un’immagine più nitida di che cosa essi siano, provi a entrare in un luogo santo o in una foresta il giorno prima dell’equinozio di primavera. Quel mistero di silenzio e di domande estreme tocca l’anima nel suo abisso e vi depone un’irresistibile attesa di vita e d’amore. Sono gli occhi che trapassano la notte e vi fanno intravedere i colori di un’alba promessa, com’è accaduto in quello splendido mattino di Equinozio.
Nel germoglio risorto la speranza è rimessa in moto.
il Gufo è un vero portafortuna, il simbolo della sapienza di un animale che vede nel buio. Nella storia, il buio e l’oscurità rappresentano le realtà difficili, che impediscono di percepire la luce della speranza. Attraverso gli occhi del gufo si può vedere oltre il buio, i suoi occhi bucano la notte e fanno sognare l’alba, indicano la luce, proiettandosi verso la speranza di un futuro migliore.gufo inoltre è di buon auspicio agli studenti, poiché nell’antica Grecia era considerato un uccello sacro alla dea Atena, la dea della saggezza e patrona della città di Atene. Atena infatti ha sempre con sé il suo gufo ed è spesso accompagnata dalla dea della vittoria Nike, solitamente rappresentata come una ragazza alata.
Nell’Ottocento, Hegel lo considerava simbolo della filosofia: infatti, gufo, spicca il volo sul far del tramonto, la filosofia giunge a comprendere il senso della storia a cose fatte, quando la storia ha già fatto il suo corso. Ecco perché il gufo è anche definito un uccello “vecchio e saggio”-
Quando una persona presenta una vista particolarmente acuta, è usanza dire che ha la vista di un falco, o di un’aquila. Ma perché? Come mai si fa riferimento proprio a questi grandi predatori dei cieli e non, per esempio, a pettirossi e colibrì?
Cerchiamo di approfondire la questione.
Bene, se un essere umano potesse scambiare i propri occhi con quelli di un’aquila, riuscirebbe a vedere addirittura una formica muoversi su un terreno che si trova a più di 2000 metri di distanza: davvero stupefacente!
Queste capacità sono ovviamente dovute a peculiarità di cui solo gli occhi dei rapaci predatori diurni sono forniti.
Gli occhi di un’aquila sono particolarmente grandi, di forma quasi tubolare e possono contare su un’incredibile acuità visiva, traducibile nell’impressionante cifra di 50/10: questa è dovuta in parte al grande numero di fotorecettori presenti nell’occhio del predatore, circa 5 volte superiore al nostro (parliamo di circa un milione di coni per millimetro quadrato, rispetto ai 200.000 presenti nell’occhio umano), ne deriva che il nervo ottico di questi uccelli trasmette al cervello un quantitativo di informazioni quasi doppio rispetto a quello che un comune essere umano è in grado di ricevere.
Altra peculiarità dell’occhio di aquile e falchi è quella di poter ingrandire di anche 6/7 volte gli oggetti che compaiono al centro del suo campo visivo, come una sorta di teleobiettivo delle macchine fotografiche: questo grazie ad una Fovea (una zona della retina situata centralmente nella parte posteriore dell’occhio) molto più profonda rispetto a quella del genere umano. Le loro capacità di messa a fuoco risultano, inoltre, estremamente rapide, a causa di un potente e velocissimo cristallino, che gli consente di spostarsi celermente da oggetti a pochi centimetri di distanza, a oggetti posti a distanze incredibilmente lontane (più di 2km di distanza come ricordato in precedenza).
Ma le curiosità non si fermano qua, le aquile, grazie all’enorme numero di coni fotorecettori, riescono anche a percepire un numero di colori e sfumature di gran lunga superiore al nostro, arrivando addirittura a vedere le cosiddette frequenze ultraviolette: ecco perché possono percepire anche animali nascosti fra l’erba alta o pesci che nuotano sotto la superficie dell’acqua.
Ultima particolarità, oltre alle numerose già ricordate, è la possibilità di usufruire di un mirabolante campo visivo: un essere umano, infatti, è dotato di un campo visivo di 180°, mentre un falco o un’ aquila riescono a spingersi addirittura sino a 340°, riuscendo a vedere un numero di oggetti incredibilmente elevato e quasi fin dietro al proprio capo.
L’occhio nelle varie religioni
Organo di senso per la ricezione degli stimoli luminosi che vengono trasmessi ai centri nervosi dando origine alle sensazioni visive; nell’uomo, uno dei principali elementi caratteristici della fisionomia e dell’espressione ( o. castani, di gatto, lucenti, tristi ; Caron dimonio, con occhi di bragia, Dante), valutabile rispetto a determinati momenti o stati d’animo o rispetto a determinate reazioni ( le brillarono gli o. ; o. iniettati di sangue ; stare con gli o. bassi ), o anche alle particolarità distintive della personalità ( o. vivo, penetrante ).
Una pratica molto antica è quella di usare il disegno di un occhio come amuleto contro le influenze negative. … Così l’occhio può essere un simbolo di creatività e autoguarigione. Diffuso in numerose culture, l’occhio simboleggia ovunque, insieme alla mano, la divinità.
Una pratica molto antica è quella di usare il disegno di un occhio come amuleto contro le influenze negative.
L’occhio è anche rivelazione, è lo “specchio dell’anima”. Come organo di percezione, si lega alla luce.
La Natura Universale del Simbolismo
Il simbolismo è stato a lungo utilizzato dall’umanità per comunicare idee che sono più cristallizzate in una forma compatta. Come dice il noto proverbio, un’immagine vale più di mille parole!
Nonostante i simboli esoterici siano vivi oggi, come lo erano in passato, viene fatta molta confusione riguardo il loro utilizzo, la storia, l’intento e significato.
Nella vita moderna la maggior parte dei simboli vengono usati per trasmetterci messaggi visivi di facile interpretazione, per esempio tramite la segnaletica stradale. Altri esempi potrebbero essere i loghi aziendali, gli stati di certificazione, per non parlare poi dei simboli trasmessi 24 ore dalle nostre TV.
Platone lo definì “il più solare degli strumenti”! Infatti biologicamente l’essere umano è predisposto per essere attratto da questo affascinate organo sensoriale! Non stupisce allora che molti lo scelgano anche come soggetto del proprio tattoo! Mentre in Occidente l’occhio destro rappresenta il sole, l’occhio del giorno, il futuro, e l’occhio sinistro la luna, l’occhio della notte e il passato; in Oriente invece, la simbologia viene invertita. Oggi dunque vogliamo analizzare i vari stili in cui è possibile la sua realizzazione e i diversi significati che le varie culture gli hanno attribuito nel corso dei secoli!
Il tatuaggio occhio, o occhi, ha da sempre suscitato un grande fascino e sembra che il suo significato, se escludiamo quelli a carattere esclusivamente sacro, sia molto soggettivo anche se possiede comunque, diversi simbolismi intrinsechi. Infatti la visualizzazione è la capacità di creare un’immagine mentale, un potenziale che tutti noi possediamo e che usiamo sempre, anche senza accorgercene: per questo spesso l’occhio viene interpretato come simbolo di creatività e autoguarigione. Inoltre essendo diffuso in numerose culture, l’occhio simboleggia ovunque, insieme alla mano, il divino. Ma data la sua conformazione, può anche rappresentare l’androgino, essendo formato dal simbolo ovale che rimanda al femminile e da quello circolare che allude al maschile.
Platone lo definì “il più solare degli strumenti”! Infatti biologicamente l’essere umano è predisposto per essere attratto da questo affascinate organo sensoriale! Non stupisce allora che molti lo scelgano anche come soggetto del proprio tattoo! Mentre in Occidente l’occhio destro rappresenta il sole, l’occhio del giorno, il futuro, e l’occhio sinistro la luna, l’occhio della notte e il passato; in Oriente invece, la simbologia viene invertita. Oggi dunque vogliamo analizzare i vari stili in cui è possibile la sua realizzazione e i diversi significati che le varie culture gli hanno attribuito nel corso dei secoli!
Il tatuaggio occhio, o occhi, ha da sempre suscitato un grande fascino e sembra che il suo significato, se escludiamo quelli a carattere esclusivamente sacro, sia molto soggettivo anche se possiede comunque, diversi simbolismi intrinsechi. Infatti la visualizzazione è la capacità di creare un’immagine mentale, un potenziale che tutti noi possediamo e che usiamo sempre, anche senza accorgercene: per questo spesso l’occhio viene interpretato come simbolo di creatività e autoguarigione. Inoltre essendo diffuso in numerose culture, l’occhio simboleggia ovunque, insieme alla mano, il divino. Ma data la sua conformazione, può anche rappresentare l’androgino, essendo formato dal simbolo ovale che rimanda al femminile e da quello circolare che allude al maschile.
Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima ma personalmente non mi era mai capitato di sperimentarlo. Il significato dell’espressione è semplice, sta infatti ad indicare che il nostro sguardo è in grado di riflettere stati d’animo e sentimenti e che guardando negli occhi qualcuno possiamo percepirli. Non mi era mai capitato finché un giorno ho sperimentato una sensazione di profonda connessione attraverso lo sguardo. Pur non scambiando una parola con la persona che avevo di fronte, percepivo ciò che sentiva, come se mi stesse parlando su un altro livello, con un linguaggio che non necessitava di essere verbalizzato.
Non è una sensazione che a mio parere può essere confusa con una semplice attrazione, nel caso si tratti di uno scambio di sguardi romantico, è molta più intensa e coinvolgente. E’ come se si instaurasse una comunicazione telepatica attraverso gli occhi. E allora mi è sorto il dubbio che forse gli occhi sono davvero lo specchio dell’anima. Mi sono domandata il perché con alcune persone questo scambio avvenga e con altre meno e la risposta non mi è chiara: forse perché le anime si riconoscono, forse perché riescono più facilmente ad entrare in empatia e a comunicare con quelle simili. Sta di fatto che gli antichi, considerata l’importanza dell’occhio a livello simbolico, conoscevano bene il suo potere e non a caso in molte culture l’occhio è considerato un portafortuna.
L’occhio aperto, privo di palpebre, era simbolo di trascendenza e spiritualità mentre nell’Antico Testamento la divinità era simboleggiata da un occhio inscritto in un triangolo. E che dire del terzo occhio simbolo di chiaroveggenza e intuizione. Nel mondo onirico gli occhi vengono spesso considerati specchio dell’anima, strumenti per vedere oltre le apparenze mentre vedersi senza occhi o ciechi rimanda a un’incapacità di vedere qualcosa che ci riguarda in prima persona.
Ma se l’occhio unico, che si ripresenta in tante culture, è specchio dello spirito, al tempo stesso può essere simbolo di coscienza selvaggia, come nel caso dei Ciclopi. L’occhio che fissa ha a sua volta un’accezione negativa in quanto simbolo del malocchio, ovvero della capacità di trasmettere odio o avversione attraverso lo sguardo: in diverse parti del mondo quando qualcuno guarda con insistenza un neonato o un bambino, si ritiene porti sfortuna e sia necessario fare alcuni rituali più o meno semplici per allontanare la cattiva sorte. Gli occhi appaiono quindi come un organo molto importante e privarli della possibilità di vedere oltre è pericoloso. Non è un caso il detto “a me gli occhi”, che sta ad indicare la volontà di privare la persona della volontà e della capacità di scelta.
L’occhio forse più famoso è quello inscritto nel triangolo equilatero, che a livello simbolico corrisponde al numero 3, quello della perfezione, talvolta accompagnato dal nome ebraico di Dio, Jahvè. Questo simbolo è stato poi acquisito dai massoni che gli attribuiscono due principali significati: il Sole sul piano fisico e Dio sul piano spirituale. Mentre il triangolo, per i massoni, simboleggia la Durata (base), le tenebre e la luce (i lati).
Cos’è l’iridologia
Esiste una disciplina che permette di individuare eventuali problemi psichici o fisici attraverso la lettura dell’iride, da cui prende il nome, iridologia. L’osservazione eseguita dall’iridologo viene confrontata con apposite macchie topografiche dell’iride, partendo dal presupposto che segni, anelli e macchie presenti sull’iride corrispondano a determinati organi corporei e a una maggiore o minore predisposizione a certe malattie. Attraverso questa disciplina sarebbe addirittura possibile individuare eventuali malesseri affettivi osservando la pupilla, il suo colore, il suo contorno e altri aspetti caratteristici. Inoltre i movimenti della pupilla rappresenterebbero un vero e proprio linguaggio in grado di trasmettere specifici messaggi.
Molto apprezzato come tatuaggio è l’occhio di Horus o Ra, che rappresenta il Sole: è un segno magico, un augurio di rigenerazione che gli Egizi raffiguravano ovunque. Nell’antico Egitto il geroglifico della divinità era l’occhio, che in lingua geroglifica significa vedere, e anche creare.
La visualizzazione è la capacità di creare un’immagine mentale, un potenziale che tutti noi abbiamo e che usiamo sempre, consapevolmente o meno. Così l’occhio può essere un simbolo di creatività e autoguarigione. Diffuso in numerose culture, l’occhio simboleggia ovunque, insieme alla mano, la divinità. Disegnato in un triangolo, è l’Occhio della Provvidenza e “vede tutto”. Circondato da raggi, è Luce eterna.
Scegli con attenzione da cosa vuoi essere protetta.
Prendi una penna e traccia il tuo occhio su un pezzo di carta poi metti il foglio sotto il cuscino e prima di dormire chiedi di essere liberata dalle negatività e dal malocchio.
Michela Chiarelli ©
A seconda dei vari credi e culti inoltre, l’iconografia e i significati dell’occhio cambiano notevolmente! Di seguito vi lasciamo i simbolismi legati alle principali religioni:
Secondo la religione cattolica e le correnti cristiane, l’Occhio di Dio è rappresentato mentre vigila su una tenda che rappresenta il tabernacolo ( il tempio ei fedeli ). Quindi simboleggia l’onnipresenza di Dio e la protezione che fornisce verso i credenti. Un’altra interpretazione lo interpreta come l’apertura vero il cielo che si apre al centro di un qualunque luogo di culto e preghiera, quindi la porta solare che fornisce l’accesso verso il mondo celeste.
Secondo il credo induista, la dea Shiva, viene rappresenta con il terzo occhio nel centro della sua fronte, come simbolo di spiritualità, intuitività, dell’anima e quindi come ulteriore strumento di percezione sensoriale. Questo terzo occhio a differenza dei canonici due, ci premette di vedere l’invisibile, ciò che si cela dietro tutto ciò che è materiale e quindi concerne la sfera dello spirituale. un tatuaggio con occhio, può rappresentare la necessità di avere ulteriore protezione, oppure una finestra in più sul mondo spirituale, sulla nostra anima e su quella degli altri.
Infine, secondo i precetti islamici, l’occhio viene interpretato come l’”occhio del cuore”, il centro della spiritualità, la sede dell’intelletto assoluto e dell’illuminazione!
Celtica: l’occhio assume una connotazione negativa, viene visto come allegoria del maligno e simboleggia l’invidia.
Cinese: l’occhio in questo caso, assume un duplice significato a seconda che di tratti di quello destro o sinistro; rispettivamente simboleggiano la luna e il sole.
Giapponese: segue lo stesso significato che assume nella tradizione cinese e secondo un’antica credenza, dall’occhio destro di Izanagi, divinità shintoista, nacque il dio della luna.
Greco: In questo caso il tatuaggio occhio greco, simboleggia Apollo, il contemplatore del cielo, ma anche il sole, che rappresenta I ‘occhio di Zeus.
Iraniano: rimanda alla figura di Yima, il Dio Pastore, che possiede I ‘occhio solare e detiene il segreto dell’immortalità.
Oceaniano: rimanda alla visione del sole come il «grande bulbo oculare».
Sumerico- semitico: l’occhio raffigura Ea, o Enki, Signore dell’Occhio Sacro, e rappresenta la saggezza, l’onniscienza e la vigilanza.