Rami e Radici

 

La natura custodisce in Sé il Segreto più Sacro…di un tempo lontano e ormai dimenticato. 

Mentre eravamo lì sull’altura, io notai che il posto era incantevole, anch’esso completamente disabitato…

Giocavo nel boschetto e cominciai a raccogliere pigne e ogni cosa che attraeva la mia attenzione, m’inoltrai tra gli alberi, guardavo e annusavo il bosco, quando ai margini del pendio vidi qualcosa di meraviglioso, lì c’era una cosa incredibile per me. Mi trovai di fronte ad un albero maestoso: il tronco alto, robusto, i suoi rami verdi, forti e stupendi…

Era un antico pino Loricato.

Aveva uno strano aspetto, era come se una persona si fosse seduta in quel posto e fosse poi diventata una pianta, ossia: le radici di quest’albero, sembravano gambe incrociate, gambe di donna.

Erano così belle! La corteccia era andata via, quindi queste bellissime gambe erano nude e levigate…di un aspetto bianco e brillante che rifrangeva i raggi del sole illuminando tutto attorno di luce cristallina.

Il silenzio dell’altura era carico di significato, io avrei potuto essere l’unico essere esistente. Io provavo una grande sensazione d’immensità assoluta: ero il tutto nel tutto.

Lì tra le gambe, un pube di donna perfetto; tra il pube e le gambe, una conca naturale conteneva acqua, mi fermai, m’inginocchiai molto vicina, ma non osai toccarlo.

Aveva un aspetto così Sacro!

Innanzi a quest’albero, uno spiazzo circolare, molto pulito.

Tutto attorno riluceva di una luce meravigliosa, piccole e luminose sfere di luce danzavano attorno a me. Indietreggiai e mi misi a sedere proprio come lei (albero) in quella che oggi conosco come la posizione del loto. Chiusi gli occhi, ero molto emozionata, ero sicura di aver trovato qualcosa di potente. A occhi chiusi, respirando attentamente concentrata sul mio respiro, cercai di comunicare con quell’essere meraviglioso che avevo di fronte, nella mia mente apparve una creatura stupenda: nuda, bellissima, con la pelle chiara e i capelli lunghissimi…

Direttamente alle sue spalle, vidi un bellissimo uomo, cui lei era appoggiata, che però non disse nulla. Nonostante il suo silenzio la sua figura esprimeva forza, certezza, stabilità e sicurezza. La figura femminile dialogò con me, la sua voce era molto dolce e parlava una lingua antica. Aveva i capelli Rossi e gli occhi di un verde intenso, sul suo viso qualche efelide le conferiva un’aria giovane seppure il suo aspetto manifestasse un’antica sacralità. Parlò e mi disse che il suo nome era Rhebekka, nome che in greco significa fertilità, era un’antica Dea protettrice delle donne e della fertilità. Dolcemente il suo sguardo accarezzava la mia immagine lentamente, mi disse che era nascosta lì da tanto tempo. Rhebekka era un albero, mi appariva come una grande figura potente ed io non potevo fare a meno di guadarla, bellissima e serena, mi parlava lentamente mi raccontava moltissime cose, accertandosi che io comprendessi; mentre delle immagini si materializzavano dall’acqua che teneva tra le gambe rendendo la mia visione chiara.

Imparai dell’essere originario, custode del femminino sacro, dell’antico passato della terra di Rhebekka che decise di divenire un albero quando la Misoginia s’impadronì della terra.

Io non sapevo cosa fosse la Misoginia.

La ragazza albero, mi parlò e mi mostrò, con fare gentile, che la misoginia (dal greco misein = odiare e gyne = donna) è un’esagerata avversione degli uomini nei confronti delle donne. Mi raccontò e vidi con gli occhi della mente un passato glorioso, che un tempo lontano apparteneva alla donna. La donna come essere sacro, era rispettata come creatrice dell’universo e genitrice meravigliosa, detentrice di saperi nascosti, scelta tra tutta la popolazione come salvatrice, guaritrice ed essere magico e conoscitrice di cura e guarigione. Mi mostrò come proprio lei, Dea della Fertilità, fu trasformata ideologicamente in una donna asservita al volere maschile e anche al potere dell’uomo.

Furono creati miti maschili che dissacrarono tutto ciò che era il Divino maschile / femminile.

A tutte le Dee del passato, furono affiancati mariti o Dei autorevoli, creazioni umane per l’appunto, poi gli Dei acquistarono sempre più potere. Le Dee da guerriere, protettrici e cacciatrici, divennero Solo custodi del focolare domestico e così fu anche per le donne.

Poi, passò ancora del tempo, tempo in cui furono inventate storie di  come il gesto di una donna dannò tutto il genere umano per l’eternità, persino i nuovi nati: i bambini  nascevano già sporcati dal peccato originale e, ci fu la sovversione, il cambiamento.

Rhebekka, da fertilità cambiò significato e divenne inganno e legamento, i suoi templi furono dissacrati, le sue sacerdotesse perseguitate, si proibì la cultura alle donne, le si costrinse a lavori duri, ad amministrare le faccende domestiche. Alle donne fu vietato di accedere ai riti sacri, di mostrare i capelli, furono costrette a vestirsi di cenci, a cibarsi in piedi accanto al camino, mentre gli uomini di casa dovevano essere serviti e riveriti.

Per molti secoli a seguire i saperi veri furono dispersi e nascosti, si cominciò a credere che il maschio fosse la prima creatura generata dal Divino, mentre Rhebekka mi mostrò la verità. Tra le immagini che si sollevavano dalle acque del suo grembo, vidi una sfera di vita che generava una bambina e solo dopo qualche tempo divenne maschio; mi spiegò che geneticamente tutte le creature umane si formano primariamente nell’utero come femmine e solo poi diventano maschi.

A causa di tutto questo dissacrare, le donne dovettero r-imparare la guarigione e il potere, mentre aravano i campi o coglievano il riso; esse cantavano trasmettendosi l’una – l’altra gli antichi culti e gli atavici saperi.

Attorno al camino cucinando, i rituali ripresero vita e si fusero con la quotidianità, divenendo ogni loro gesto. Così proprio in quei gesti e in quei calderoni rinacque la Dea.

La conoscenza femminile, la Magia della Donna, si fece spazio nelle cucine, (ecco perché ogni cosa creata o nata dalla cucina, se fatta con criterio amorevole, riunisce le famiglie e cura i malanni); il calderone, il cucchiaio, il mestolo, la coppa, divennero i nuovi oggetti sacri, in cui le donne riscoprirono il potere di condensare le loro conoscenze, i loro desideri.

L’agire sacro rinacque dai gesti più semplici: divennero sacri gli oggetti per pulire, come candidi panni di cotone o scope di saggina e le donne riscoprirono il potere di allontanare e bandire.

Impararono a filare, così le donne poterono tornare a visualizzare e a scoprire i poteri della mente (che, se impegnata in gesti meccanici, apre i suoi confini alla visione del futuro e del passato)…

Ognuna nelle proprie tele, poteva raffigurare scene fantastiche e personali, così le donne riscoprirono veggenza e preveggenza. Durante le sere passate alla luce del lume a ricamare o a filare, le donne di una casa o di un paese, potevano aggregarsi, stare insieme e raccontarsi segreti del passato, che sembravano leggende antiche, ma che nascondevano più realtà di ciò che sembrava…

E così:

Cantando: Trasmettevano, Insegnavano, Imparavano.

Cucinando: Condensavano e Materializzavano.

Filando: Vedevano, Scioglievano, Ordinavano.

Cucendo: Legavano, Univano.

Raccogliendo erbe e fiori: Curavano.

Pulendo: Bandivano e Allontanavano.

Danzando: Celebravano.

 

Così rinacque l’antica Magia, la fede in un Essere Divino e femminile.

Alle donne era vietato scrivere, quindi nuove e antiche conoscenze si diffusero e riemersero nella mente e nel cuore, tramandate oralmente e rimasero vive. Proprio perché il sapere doveva essere ricordato, doveva essere ben conosciuto. Nessuna possedeva una magica libretta ove appuntare le operazioni magiche, bisognava ricordare.

Perché trascrivendo su un foglio, la mente si concede di dimenticare, di Non Ricordare.

Così l’antica conoscenza Rinacque, mentre uomini sornioni riposavano nei loro letti…

Mentre erano certi che tutto fosse a posto, le donne divennero molto efficienti, sempre più capaci a fare lavori duri.

Vidi la nascita delle prime congreghe, che nacquero dal lavorare insieme, dai momenti in cui le donne nei campi, durante la raccolta notturna del grano (si andava nei campi di notte perché nelle regioni produttrici di grano era solito durante il giorno fare molto, molto caldo), accendevano fuochi e attorno ai loro calderoni, che cuocevano pietanze da mangiare, libere e sole nei campi, cominciavano a danzare e a cantare. Quei momenti magici di unione si armonizzarono con i cicli della natura. Vidi donne andar per campi di notte, durante le notti di luna piena, perché la luna illumina moltissimo e facilità nel lavoro, così i giorni di luna piena divennero i più sacri di ogni mese. Le vidi sedute attorno al fuoco, a parlar di fate meravigliose o di esseri magici, le vidi attorno al fuoco, tutte attente ad aiutarsi vicendevolmente.

E poi, mi fu mostrato perché alcuni giorni dell’anno furono detti sacri, perché in quei giorni sono nati miti magici nel passato. Il potere più grande, la ricchezza e il sostentamento, era dato dalla produzione del grano ed ecco che l’antica religione nasceva come primo obiettivo nell’Unione simbolica e nell’accostamento della Divinità e del Grano.

Il termine originario per descrivere ogni fase è stato dimenticato, anche a causa delle difficoltà dovute alle forme dialettali, ma nella tradizione Romana Precristiana e Celtica Precristiana, si ricorda ancora la ruota dell’anno. Ovunque, in Europa nord occidentale, anche se con tempi diversi dovuti alle differenze di latitudini, la cosa più importante era l’agricoltura e la capacità di produrre grano, le date sono state generate come punto di riferimento.

Gli aspetti di queste date sono molteplici, si ricordano stadi della vita agricola, così come periodi della gravidanza, così come fasi di vita, morte e rinascita…

Dalla Semina al Raccolto

In quell’istante la mia mente corse al passato, quando la mia Nonna, sembrava una bambina felice e soddisfatta del suo ruolo, a riguardo di quest’argomento già tempo prima mi aveva istruito dicendomi:

<< Viaggiare all’interno dei cicli di madre terra è come essere partecipanti a una grande festa, in cui tutti gli invitati danzano insieme, attorno ad un falò tenendosi per mano. La vita come la conosciamo oggi è diversa da com’era un tempo, oggi siamo lontani dai campi.  Disgiunti dal legame con la Madre di tutti noi, colei che sorregge i nostri passi e accoglie le nostre cadute… ma… vi era un tempo in cui da pastori nomadi, primitivi e itineranti, divenimmo stabili abitanti delle terre emerse. Cominciammo ad accorgerci di quanta bellezza e di quanto amore la terra stessa ci dava. Osservando i cicli e le stagioni si adorava ciò che principalmente riconoscevamo come dispensatrice della nostra vita…la Terra. Sai erroneamente gli uomini credono che la necessità di avere un culto, sia un obbligo nato dal diffondersi di alcune religioni moderne, ma in realtà se osserviamo cosa accade quando un bimbo riceve un dono, comprendiamo la reale forza del ringraziamento. Un bimbo prova felicità nel ricevere il suo dono e dalla sua felicità sgorga il ringraziamento. Così nacque la preghiera per rendere grazie, pregare divenne consuetudine e apportatore di benessere. Osservando tutto il creato, ci rendemmo presto conto di quali erano le stagioni più fruttifere e quali operazioni compiere per incrementare il raccolto e si diffuse il senso agrario anche della Divinità. La diffusione del culto agrario come amore per la terra, che ricambia con grandi produzioni di grano e benessere, divenne per noi italiani il culto per la dea Cerere. Nella religione romana Cerere era una divinità materna della terra e della fertilità, nume tutelare dei raccolti, ma anche dea della nascita, poiché tutti i fiori, la frutta e le cose viventi erano ritenuti suoi doni, tant’è che si pensava avesse insegnato agli uomini la coltivazione dei campi e per questo era solitamente rappresentata come una matrona maestosa, dolce e bellissima, con una corona di spighe sul capo, una fiaccola in una mano e un canestro ricolmo di grano e di frutta nell’altra. Per ingraziarsi i suoi favori si benedivano i campi e si offriva miele, fiori e latte in suffragio; intrecciando bambole di grano che poi erano poggiate su dei pali e fatte ruotare dalle sacerdotesse sul terreno, inneggiando preghiere per richiamare l’attenzione della Dea.>>

In quel momento la visione si spostò sull’insegnamento di Rhebekka e compresi:

Il perché per l’aratura si procedeva a fine ottobre: si preparava la terra, perché la Dea nel suo doppio rappresentata dalla Morte, concettualmente camminava verso le profondità della terra per rigenerarle, di conseguenza la natura si addormenta e si spoglia di tutto per poi rinascere. L’aratura preparava il terreno a ricevere il chicco, che per produrre grano, come seme deve Morire e così vidi i giorni sacri nascere dinanzi ai miei occhi:

 

 

Calenda o Ogni Santi – Samhain (vigilia del 31 ottobre)

Significa nuovo giorno, inizio, corrisponde all’ultimo raccolto. La notte vince sul giorno, e la Dea muore per rinascere sotto forma di giovanetta. Il seme muore per rinascere come grano. Gli ultimi frutti possono essere raccolti, ma si tratta di praticare la spoliazione che prelude l’arrivo della morte purificatrice e buia. In questo giorno ci fu insegnato che nulla è eterno e come la vita sia un ciclo: di morte e rinascita, inizio dell’anno. La Dea arriva nelle profondità e mette i due mondi in connessione il sopra con il sotto, il sotto con il sopra.

Compresi la semina che si teneva tra Novembre / Dicembre vidi la terra fecondata: il seme muore per poi rinascere, nel buio l’essere femminino si rigenera…

Saturnalia o Brumaia, Solstizio d’inverno – Yule (21 dicembre)

È la notte più lunga dell’anno. Questo giorno rappresenta la rinascita della Dea sotto forma di un Dio che da inizio a un periodo di buio, freddo, qual è l’inverno. La Dea è in gestazione.

Le Brumaia erano Feste celebrate dal 17 al 23 dicembre in onore di Saturnus, dio della semina e del grano. Dal 17 iniziava un periodo di vacanza. Era il periodo più allegro dell’anno. Nelle famiglie si scambiavano doni e biglietti di auguri. Si facevano grandi banchetti. Si rovesciava il rapporto tra schiavi e padroni. Era permesso anche il gioco d’azzardo. Era eletto per scherzo un re, il princeps saturnalicius. Festa celebrata il 23 dicembre. Bruma deriva da brevima dies, ossia: giorno cortissimo, solstizio d’inverno.

Vidi il prodigio, il seme si schiuse e il germoglio apparve in superficie: il primo verde fu miracoloso.

 

Candelora o Februa, Imbolc (2 Febbraio)

Dalla purificazione nasce il primo verde, che a Febbraio viene a ridare vita alla terra, i primi germogli spuntano e si avvertono i primi sintomi di una nuova nascita. È la prima delle 4 grandi feste dell’anno. I primi sussurri della primavera che rappresentano il ritorno della Dea Februa, fertile e viva, che trionfa sul Dio della morte che ha purificato tutto col gelo dell’inverno. Vidi gente correre per le strade della grande città, con fiaccole in mano per scacciare il buio dell’inverno e riportare la luce, 19 fanciulle ricevere benedizioni e portare luce nei templi e nelle case.

Potei gioire della rigenerazione dei campi, vidi i segni di una nuova vita, la Dea è una fanciulla, è prospera e ritorna sulla terra che rinverdisce al suo passare.

 

 

Primiera, Hilaria o Equinozio di primavera – Ostara (21 Marzo)

Il primo vero giorno di primavera. Il giorno e la notte hanno la stessa durata, la Dea è rinata dalle ceneri del Dio distruttore. Inizia il ciclo femminile della fertilità e della produttività della vita e della luce.)

La festa di Hilaria, contemplava ciclo di morte e resurrezione, si svolgeva in primavera, in occasione dell’equinozio, dal 22 al 27 marzo ed era dedicata ad Attis e Cibele, la Magna Mater, entrambe divinità frigie della vegetazione.

Conobbi la purificazione dai parassiti del grano la bruciatura di Maggio, attraverso la fumigazione, compresi i misteri dell’incenso, attorno ai campi coltivati nel periodo di maggio, sulle colline si accendevano dei fuochi per purificare l’aria, uccidere i parassiti e asciugare i campi dall’umidità in eccesso.

Calendimaggio, Flora – Beltane o Beltaine (1 maggio e vigilia)

 Vidi le prime spighe che annunciano la ricchezza del raccolto, diventare cariche, ricche e gialle ossia mature e distendersi sulla terra. Il ritorno del sole che rallegrò d’oro i campi…i fiori s’illuminarono di colori variopinti.

Si richiamano la ricchezza e lo splendore di Cerere sotto il nome di Flora.

Giugno la Dea incontra la sua età matura e genera ricchezza, si percepiscono i primi movimenti del feto.

I Floralia si tenevano dal 28 aprile al 3 maggio in onore della dea Flora, dea della vegetazione in fiore.

 

Le erbe o Solstizio d’estate o Matralia- Litha (21 Giugno).

Contemplai i giorni dei primi raccolti, la Dea, terra fertile, inizia a condividere i propri frutti. Le donne per i campi vanno a spigolare e nel frattempo raccolgono erbe medicamentose.

Ho conosciuto la ricchezza nel raccolto Luglio / Agosto. La nascita, la riuscita, il successo, la ricchezza. La Dea è Madre tenera, colei che genera la vita che è comunque il seme, che creerà ancora e ancora ad altri cicli.

 

Festa d’estate o Sol leone, Martis Ultoris – Lughnasadh oppure Lammas (1 agosto e vigilia).

 Partecipai il vero raccolto. Le piante danno la maggior parte dei loro frutti, che sono anche i propri semi, e si preparano quindi a porre fine al ciclo della vita, propagando Se stesse. Ogni cosa é giunta a compimento, e l’acme della fertilità della Dea prelude all’inizio del suo declino.

Dalla semina alla spiga, dalla spiga alla farina, la macinatura: Agosto / Settembre, la Dea ha finalmente generato la materia prima per la prosperità e la vita di tutti, anziana gode dei frutti insieme ai suoi figli.

 

 

Secunda o equinozio d’autunno, Apollinis – Mabon o Modron (21 settembre).

Scorsi il secondo raccolto. Assimilai come per la Primiera, il giorno e la notte sono ugualmente lunghi. La natura è in una fase in cui gli ultimi frutti preludono alla morte purificatrice dell’inverno.

E così agricoltura e Magia si abbracciano, creando i cicli della natura, le stagioni, vita e morte, rinascita, fortuna, successo, riuscita…

Vidi che le Donne dovettero faticare moltissimo per riappropriarsi del loro posto; lavoravano nei campi dopo giornate trascorse in casa come massaie, mentre i figli e i mariti dormivano.

Lavoravano in casa e accudivano i figli, dopo notti passate nei campi. La fatica era tale che masticavano liquirizia per tenersi su, spesso stanche e doloranti si strofinavano gli arti con unguenti antidolorifici ottenuti dai papaveri, ma comunque le antiche arti tornarono forti.

Con le arti crebbe di nuovo la paura dell’uomo, con la paura, crebbe il controllo, poi purtroppo ancora un massacro di Donne. Donne che lavoravano i campi e che accendevano fuochi per scaldarsi e che danzavano attorno ad un falò o attorno ad un calderone, armate solo degli arnesi da lavoro. Furono condannate a morte e i cicli naturali furono scombinati da un’altra creazione mentale dell’uomo: la Stregoneria.

Stare insieme a lavorare i campi, a cucinare, cucire, cantare ecc, era diventata un’arte terribile e demoniaca.

Le Donne stavano tornando forti, sicure e unite tra loro e furono nuovamente sedate, di nuovo distrutte.

Sognavano di volare, di liberarsi dai soprusi e, tutte insieme, libere di parlare e raccontare e imparare. Volavano…

Se volavano davvero? Rispetto all’epoca in cui vivevano…volavano, volavano e come se volavano…io le ho viste…!

Rhebekka, mi mostrò tutto quello che successe. Mi mostrò come si rifugiò sull’altura, prima che un terribile essere la dissacrasse e le facesse generare una razza, che se pur proveniente dalla donna, ne distruggesse completamente il potere.

Cercò il suo amore Andros: ossia il protettore degli uomini, custode dell’antico sigillo del senso Divino Maschile. Colui che era alle sue spalle, cui lei poteva poggiarsi, e si unirono in un abbraccio tale da solidificare, creando un potente ed antichissimo albero che tuffava le sue radici nella profondità della terra. Tuffandosi nella profondità della conoscenza, nella dimensione della natura, mentre elevava le sue braccia, i suoi rami, nelle profondità del cosmo, nel cielo, verso il sole, nella profondità della luce.

Il potere della protezione femminile, della fertilità, dell’acqua e il potere di protezione dell’uomo e della terra, si unirono e si nascosero per rivelarsi ai pochi che li avessero ancora cercati.

Rhebekka e Andros custodi dell’antico sapere della Terra del potere della meditazione e dell’essere un albero con ramìe e radici… m’insegnarono questa antica tecnica, attraverso cui potei rigenerare le mie energie, appresi che dentro di ognuno c’è tutto, basta saperlo cogliere e cercare, imparai il primo grande esercizio di mantenimento della concentrazione in un’azione meditativa.

Rhebekka m’insegnò a radicarmi alla terra:

Mi disse: << Radicarsi significa diventare un albero. Come un albero, scendi con la mente conscia nel centro della terra. Attraverso radici immaginarie, vincolati a lei, dove per incominciare, scaricherai tutte le energie pesanti che congestionano i tuoi canali energetici nella terra. Sentirai un lieve formicolio alle gambe.

Svuotati di tutte le energie femminili e di tutto quello che concettualmente conosci dell’essere femminile. Per far questo ripensa a tutto ciò che di femminile hai conosciuto nella tua vita. Tutte le persone lasciano la loro visione del mondo in noi, condizionando la nostra, liberati da questi condizionamenti attraverso i piedi. Permetti al principio femminile puro di entrare in te, risucchiandolo, come le radici ricevono nutrimento. Allo stesso modo fai con le energie maschili. Svuotati attraverso i piedi di tutte le energie maschili che hai conosciuto nella tua vita e poi permetti al principio maschile puro di entrare in te >>.

Con fare gentile, mi mostrò l’acqua contenuta tra le sue gambe e m’invitò a entrarci, era un’acqua di prosperità e forza, io vi entrai e mi sentii lanciare verso l’alto, nutrita e sospinta da una forza liberatrice potentissima, che m’insegnò a estendermi verso il cielo.

Accogliendo dentro di me, attraverso la centratura (nel mio centro, ossia: nel mio cuore) il maschile e il femminile puro, mi fu permesso di andare oltre l’esser fisico che ero, così attrassi nel mio corpo a livello etereo, tutto il sostegno e il potere di Madre / Padre terra, fino a convogliarlo nel centro del mio petto. Entrando nella coppa di Rhebekka, la mia coscienza si elevò in alto, per ricevere il sostegno e il potere di Madre / Padre cielo…

Mi disse: << Ti mostro come andare dalla terra verso il cielo, dal cielo verso la terra, dall’albero con l’ossigeno a tutto il pianeta.>> Sentii il mio essere espandersi e raggiungere ogni luogo e ogni essere vivente.

Pregai perché la Misoginia scomparisse dalla terra, ma mi fu detto che non era ancora il momento. Erano appena trascorsi gli anni 70. Erano stati anni di gestazione, in cui nuovi movimenti e unioni di donne, stavano combattendo per ottenere la libertà sessuale e la parità dei diritti. Questo avrebbe riportato la donna agli apici della società Occidentale, ma in altre parti del mondo la donna sarebbe stata ancora costretta a subire maltrattamenti vari. In futuro le donne occidentali dovranno unirsi a tutte le donne del mondo, perché la Dea stava già tornando, i suoi passi erano lesti. Le donne sarebbero diventate Scienziate, Avvocati, Politici, Editrici, Giornaliste, Scrittrici, Madri, Mogli un po’ ribelli, ma magnifiche…

Nascevano così le Streghe Moderne…

Quella visione fu molto lunga, mi resi conto che non sentivo nessun rumore attorno a me…aprii gli occhi e vidi mille altri occhi curiosi: le farfalle battevano le ali lentamente, gli uccelli non cinguettavano più e piccoli scoiattoli, restavano immobili sui rami come per imparare anch’essi da tutto questo. Tutti attorno stavano in silenzio, tutto attorno si era fermato.

Alle mie spalle percepii Nonna, mi girai e la vidi: anche lei silenziosa con le gote rigate dalle lacrime, mi sorrise porgendomi la mano e insieme tornammo verso casa…

Con storie di Gazze e di Donne meravigliose, mi accinsi a godere un futuro libero e pieno di Magia Moderna…

SCUOLA DI SCIAMANESIMO ITALIANO

PROGRAMMA STUDIO

APRE IN MODALITA’ ON LINE

DI

MICHELA CHIARELLI

SCUOLA DI
SCIAMANESIMO ITALIANO

Il percorso di studio e pratica dello Sciamanesimo
Italiano di Tradizione Ereditaria è indirizzato agli
amanti della natura, dell’arte, della bellezza e della
Magia Antica.

È un percorso di risveglio per donne
e uomini di ogni età attraverso la riscoperta del
grande tesoro culturale e spirituale che ci è stato
tramandato dai nostri antenati.

Lo scopo di questo percorso formativo, oltre che
tramandare la tradizione italiana, è aiutare a
riscoprire dentro di se la Magia di Madre Natura,
data dalla Sacralità propria del Cuore e dalla cura
del proprio Spirito e della propria Persona;
Viaggiando tra gli elementi e riscoprendo in sé il
potere della Grazia e della Bellezza che
appartengono a tutti noi.

Lo Sciamanesimo Italiano di Tradizione Ereditaria
alla quale è stata iniziata Michela Chiarelli è un
insieme di pratiche, di cure e di conoscenze dell’arte
della guarigione. Guarigione che nasce dal coltivare
se stessi, il rapporto con la Terra e con tutte le sue
creature oltre che con il suono, il canto, la
meditazione e la preghiera.

Uno sciamanesimo
tramandato di Madre in figlia, vissuto in maniera
semplice e rurale.

SCUOLA DI SCIAMANESIMO e MEDICINA POPOLARE ITALIANA
DI
TRADIZIONE EREDITARIA

Condotta da:
Michela Chiarelli

Sciamana guaritrice di tradizione ereditaria italiana.
Scrittrice. Professionista disciplinata ai sensi della
legge n°4 del 2013. Operatrice Olistica Trainer
Specializzata in Etnomusicologia. Etnobotanica,
Etnomedicina e Scienze Esoteriche. Esperta di Arti
Magiche e canto popolare. Cantante e musicista.

Le sue
doti naturali sono: il Channelling, la Chiaroveggenza,
la Preveggenza e la Chiaroudienza.

Ha fondato nel 2010 la scuola di Sciamanesimo Antica
Sophia e si occupa personalmente di istruire e formare i
suoi allievi e apprendisti in tutta Italia.

Unica Sciamana Italiana di Tradizione Ereditaria
finora conosciuta.

Le sue antenate hanno trasmesso oralmente l’antica
tradizione dello Sciamanesimo Italiano di generazione
in generazione, da nonna a nipote fino a lei. Ha
ricevuto la sua prima iniziazione a nove anni.

E’ cresciuta con donne straordinarie, nel ventre dello
Sciamanesimo Italiano che custodisce tre vie
eccezionali per ritrovare benessere e salute:
l’Arte Propedeutica del riequilibrio energetico e del
riallineamento vibrazionale, l’Arte dei Suoni, l’Arte
della Bellezza.

Michela Chiarelli è l’ultima erede di questa antica
generazione di donne, sciamana di tradizione ereditaria
italiana e custode della tradizione.

“E’ possibile previa richiesta partecipare anche
singolarmente solo ad alcuni seminari”

Lo Sciamanesimo Italiano è una condizione
naturale dell’essere, L’Ars Medica Popolare è un modo di affrontare la vita
magico, leggiadro, fiducioso e armonico. La sua
realtà è viva nel quotidiano, dimensione in cui opera
per formare donne e uomini all’essere consapevoli
del proprio Sé.

Lo Sciamanesimo Italiano s’inserisce nel flusso
della spiritualità delle antiche religioni della terra.

Dal punto di vista tecnico ha origini miste e si è
evoluto nel corso dei secoli conservando una sua
identità specifica rispetto alle altre vie Sciamaniche
Partendo da Antenate di varie etnie la famiglia di
Michela Chiarelli ha custodito la Conoscenza della
Religione della Dea Madre, madre Terra, madre
Natura e l’ha trasmessa alle sue donne di
generazione in generazione.

PRIMO ANNO

1° Modulo. TERRA, ARIA, ACQUA, FUOCO
2° Modulo. FONDAMENTI DELL’USO DI CRISTALLI, ERBE, COLORI, METALLI
3° Modulo. POTERE DELLA PAROLA: IL SUONO
4° Modulo. FULCRO DELL’INCANTO: LA VIBRAZIONE
5° Modulo. EFFETTO DELL’INCANTO: LA RADIANZA
6° Modulo. L’ARTE DEL’INCANTO
7° Modulo. LE TRADIZIONI ITALIANE
8° Modulo. USI E COSTUMI DEL POPOLO TRA CREDENZE E SCARAMANZIE
9° Modulo. LE SEGNATURE. IL FILO E IL FUOCO 1
10° Modulo. LE SEGNATURE. IL FILO E IL FUOCO 2

SECONDO ANNO

1° Modulo. IL PENSIERO CREATIVO
2° Modulo. L’AZIONE CREATIVA
3° Modulo. ESSERE FAUTORI DEL PROPRIO DESTINO
4° Modulo. ESSERE PARTECIPI DELLA PROPRIA VITA
5° Modulo. MASSAGGIO DELLA TERRA
6° Modulo. MASSAGGIO DELL’ARIA
7° Modulo. MASSAGGIO DEL FUOCO
8° Modulo. MASSAGGIO DELL’ACQUA
9° Modulo. LE SEGNATURE. OLIO, SALE, ACQUA. 1
10° Modulo. LE SEGNATURE. OLIO, SALE, ACQUA 2

TERZO ANNO

1° Modulo. CONOSCERE IL MONDO DELLE ENERGIE
2° Modulo. APPROFONDIMENTI SUL MONDO DELLE ENERGIE
3° Modulo. ARGILLOTERAPIA ETNICA
4° Modulo. IDROTERAPIA ETNICA
5° Modulo. FITOTERAPIA ETNICA 1
6° Modulo. FITOTERAPIA ETNICA 2
7° Modulo. CRISTALLO TERAPIA ETNICA 1
8° Modulo. CRISTALLO TERAPIA ETNICA 2
9° Modulo. LE BASI DELL’ARTE MAGICA E LA CREAZIONE DEGLI INCANTI
10° Modulo . DIVENIRE CUSTODI DELL’ARTE MAGICA E DEI SEGRETI DI NATURA

PROGRAMMA DI STUDIO:

Diploma di Operatore Olistico Multidisciplinare a Carattere Etnico Culturale secondo la tradizione dello
Sciamanesimo Italiano
N.B:

Ad ogni allievo all’inizio del percorso verranno forniti gli
oggetti rituali per lo studio e le applicazioni pratiche, caricati
personalmente da Michela Chiarelli nei giorni sacri.

CELEBRAZIONI ANNUALI:

Gli allievi avranno la possibilità di affinare le conoscenze
apprese durante gli incontri partecipando alle Celebrazioni
Rituali officiate da Michela Chiarelli nei giorni sacri della
Tradizione.

Equinozi e Solstizi: 23 Settembre – 21 Dicembre – 20
Marzo – 21 Giugno
Luna Piena: Luna Piena di ogni mese
Candelora: 2 Febbraio
Festa del grano: 1 Agosto
Festa della Coppia: 1 Maggio
Erbalia: 24 Giugno

Se preferisci fare solo una lezione particolare, non ci sono problemi!

CHIEDI INFORMAZIONI AL NUMERO 3490644265

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